Note e commenti sul festival della scienza

Valeria Fieramonte

 

 

Il festival della scienza che si tiene ogni anno a Genova dal 2003 ha – nell’edizione di quest’anno – risentito un po’ della crisi economica ( è durato dieci giorni invece di due settimane), ma l’offerta di temi di discussione è stata lo stesso amplissima.
Ormai si tratta del più grande festival scientifico non solo in Europa, ma nel mondo, con un forte coinvolgimento anche dei giovani, seicento dei quali impiegati a tempo pieno nelle strutture organizzative. Come prevedibile, quest’anno le donne hanno avuto un ruolo defilato ( l’ exploit dell’anno scorso deve avere preoccupato più di un organizzatore) e grande rilievo hanno avuto le tematiche energetiche, con una insistenza eccessiva sul nucleare.

Ho trovato particolarmente interessante l’intervento di  Chandana Chakrabarti, una femminista indiana  che ha  tenuto una conferenza sul ruolo delle donne nel suo paese a partire dalle epoche preistoriche.
Secondo la studiosa, nel 1500 A.C. le donne godevano in India di uno status simile a quello maschile, potevano scegliere liberamente il marito,  sposarsi anche in età avanzata ed erano rappresentate dalle loro divinità femminili.
Nell’India medioevale è iniziata invece una feroce oppressione delle donne, e del resto secondo lei nessuna religione ha mai trattato le donne come individui.
Un prete indù di nome Manu ha teorizzato che le donne erano di proprietà prima del padre e poi del marito e dei figli maschi, mentre le divinità sono state rimodellate a immagine maschile.
Krisna per esempio è un dio famoso per le sue imprese amorose, può essere promiscuo e vizioso e fare uso di droghe, e le donne sono incoraggiate ad avere un marito come lui!
Quando i musulmani hanno conquistato il subcontinente indiano, è stato introdotto l’uso del Purdah,  le donne dovevano coprirsi dalla testa ai piedi per sfuggire agli uomini che le molestavano e il marito aveva diritto di torturare la moglie anche se non aveva fatto nulla di male, solo per metterla alla prova.
Un’altra pratica prevedeva che le donne venissero isolate dal resto del mondo e fatte segno di ostracismo sociale – una pratica che purtroppo prosegue anche oggi.
Il 18° e 19° secolo furono un periodo storico di grandi riforme.
Iniziò però l’usanza del ‘Sati’: la moglie – se il marito moriva –era obbligata a salire sulla pira con il feretro e a bruciare viva. Questa crudele pratica – cui le donne ovviamente si ribellavano –era però fatta passare come la loro vera volontà, al punto che è stato eretto addirittura un tempio in omaggio di
una moglie ‘desiderosa’ di farsi bruciare!
L’usanza fu abolita durante il periodo della dominazione inglese, ma resta sporadicamente negli stati più arretrati dove si tenta di farla passare come un incidente, invece di quell’efferato delitto che è.
C’erano anche donne che si sottraevano agli abusi, per esempio le Begums di Bhopal non osservavano il purdah  ed erano trainate nelle arti marziali,  e nonostante tutto l’India ha ed ha avuto centinaia di donne eccellenti e famose, nonostante il trattamento verso di loro fosse punitivo e ingiusto.
Le donne potevano mangiare solo una volta al giorno, non potevano usare le spezie, nessuno doveva guardarle in faccia. Se vedove dovevano essere sempre vestite di bianco e non potevano risposarsi.
In seguito tale pratica fu abolita e fu promulgata una legge che permise alla vedove di risposarsi.
Nel 1857 fu una donna a guidare una rivolta indipendentista e nel 1917 per la prima volta una delegazione di donne chiese alla corona inglese diritti politici.
La lotta indipendentista durò 19 anni  e in questo periodo vennero arrestate per la loro attività patriottica oltre 17mila donne.
Nel 1937 l’India divenne indipendente la costituzione promulgata all’epoca era ottima e garantiva alle donne l’eguaglianza nonché condizioni di vita giuste e umane.
Che cosa è successo in India negli anni successivi all’indipendenza?
Le donne hanno fatto molti progressi, oggi lavorano in tutti i settori, ci sono avvocati, medici, architetti, ingegneri, sebbene il 95% di loro sia impiegata nell’agricoltura e il 60% della manodopera operaia sia femminile.
Nel 1970 iniziò anche il movimento femminista, ed oggi c’è la richiesta del 50% di quote rosa in parlamento e nelle istituzioni rappresentative.
E’ stato anche introdotto il reato di stupro per le donne in custodia cautelare, per la frequenza con cui venivano violentate dai poliziotti.
L’India ha moltissimi miliardari ma il 70% della popolazione vive con meno di due dollari al giorno.
Un sondaggio su 29 stati indiani ( come in Europa diversi anche per la lingua che vi viene parlata),indica una crescita media della popolazione di 2,1 figli per donna, ma c’è grande differenza tra stato e stato.
A Delhi la media è di 4,7 figli per donna.
Ma in genere negli stati più progrediti il numero dei figli è minore.
L’India è anche il paese con la più alta percentuale al mondo di donne morte di parto e con un’altissima percentuale di mortalità infantile.
Esiste ancora la pratica delle spose bambine, specie negli stati più arretrati.
Quattro donne su cinque devono ancora chiedere il permesso al marito anche solo per andare al mercato a fare la spesa.
E’ anche abbastanza diffusa la, diciamo così, pratica di mettere incinte le donne e poi abbandonarle. Saputo delle tecniche del DNA una donna però di recente ha fatto causa per il mantenimento del figlio ed ha vinto.
L’India è anche il paese con la maggiore biodiversità di tutto il pianeta, ha 450 gruppi etnici minori mentre quelli maggiori sono 40.
Le lingue principali sono 25. Il 51% della popolazione è sotto i 25 anni.
“ Siamo – prosegue la relatrice – un paese caldo ma col secondo luogo più freddo del mondo, abbiamo anche il posto più piovoso del mondo e quello con 360 giorni di sole all’anno! Il sistema delle caste è ancora molto radicato. In alcuni stati è in aumento il fondamentalismo islamico e si vedono molte più donne velate di prima.
Sono stati fatti anche molti progressi sul piano tecnologico: il 30% degli scienziati della NASA, negli USA sono indiani e oggi le nostre stazioni spaziali sono usate anche per il lancio di satelliti di altri paesi.”
Come si vede , questo è il ritratto di un paese in bilico tra arretratezza e progresso, affascinante e in forte sviluppo , sia pure con enormi divari di ogni genere e una condizione femminile ancora infelice anche più della nostra. Ho trovato sgradevole che la conferenza della Chakrabarti sia stata un po’ boicottata ( la Stampa per esempio è uscita con un orario diverso da quello ufficiale, una conferenza sul futuro che si doveva tenere dopo nella stessa sala è stata  annullata , insomma nel retrobottega del festival gira anche qualche meschinità.)
Tutto ciò mi da molto da pensare circa l’attitudine di alcuni uomini italiani….

Nel corso del festival sono stati trattati moltissimi altri argomenti di estremo interesse – ma mi è parso che in questa sede questo fosse il più indicato. La cosa più bella: un bellissimo spettacolare ed unico documentario sui buchi neri, la fusione delle galassie e le stelle primordiali di Thomas Lucas, presentato da Patrizia Caraveo. Con questo per ora ho concluso altri temi si potranno magari riprendere successivamente.

 
   4-11-2009